Risarcimento danni da amianto (Asbesto)

La nocività dell’amianto per la salute umana è nota fin dagli anni 50. Nonostante ciò nel nostro Paese vi è stato un massiccio utilizzo di questo materiale in vari settori. Il legislatore italiano solamente nel 1992 – e con estremo ritardo rispetto ai divieti di utilizzo imposti dalle Direttive europee dei primi anni ’80 – ha messo al bando l’utilizzo e la produzione dei materiali contenti amianto.

Oltre ai benefici previdenziali è possibile ottenere un risarcimento del danno per di chi ha sviluppato una patologia da esposizione ad amianto – es. placche pleuriche, asbestosi, mesotelioma pleurico. Non esiste infatti una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione di fibre di amianto nell’aria non sia pericolosa: un’esposizione prolungata nel tempo o a elevate quantità aumenta esponenzialmente le probabilità di contrarre le suddette patologie associate.

risarcimento danni provocati dall'amianto

Risarcimento legge pinto

La lentezza della giustizia italiana in relazione alla durata dei processi civili, penali, amministrativi e tributari è un dato, purtroppo, ormai noto. 

Una situazione così drammatica da spingere la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a condannare lo Stato Italiano a corrispondere risarcimenti per violazione della ragionevole durata del processo in quasi il 100% dei casi.

La Legge n. 89 del 24/03/2001, o Legge Pinto, ha introdotto, in Italia, il diritto al risarcimento del danno per eccessiva durata dei processi (equa riparazione). La tutela giuridica nei casi di violazione del termine ragionevole di un processo consente di valutare e condannare a un’equa riparazione l’Amministrazione Pubblica. Uno strumento efficace contro gli estenuanti tempi della Giustizia.

Risarcimento danni da emotrasfusioni infette

Gli studi statistici e le ultime inchieste giornalistiche parlano di circa 100 mila persone ammalatesi – e molte di queste purtroppo anche decedute – a causa delle patologie contratte, in particolare HIV, epatite b, epatite c, a seguito della somministrazione negli ospedali italiani di sangue ed emoderivati infetti.

Si può parlare senza dubbio di una vera e propria strage di Stato. Infatti sia il Ministero della Salute che le struttura sanitarie tra gli anni ’70 e ’90 hanno omesso di effettuare i dovuti e necessari controlli sul sangue e sui suoi derivati somministrati ai pazienti.

risarcimento per danni provocati da uranio impoverito

Risarcimento danni per uranio impoverito

L’azione legale relativa al risarcimento danni per l’esposizione all’uranio impoverito prevede che il soggetto richiedente tale procedimento sia stato effettivamente esposto a zone radioattive, quindi, contaminate; inoltre, deve sussistere il nesso causale tra la manifestazione della malattia e l’esposizione alle fonti radioattive.

Risarcimento danni da ingiusta detenzione e ingiusta imputazione

Secondo recenti inchieste giornalistiche sarebbero circa cinquantamila in Italia le persone vittime di ingiusta detenzione ed errori giudiziari. Per tutti coloro che hanno ingiustamente subito una limitazione della propria libertà personale (custodia cautelare, arresti domiciliari e carcerazione) è possibile richiedere allo Stato un risarcimento.

La riparazione pecuniaria per ingiusta detenzione è stata introdotta con l’emanazione del nuovo Codice di procedura penale (D.P.R. n.447/88) ed è regolamentata dagli articoli 314 e 315 dello stesso. In proposito, il suddetto codice stabilisce che la custodia cautelare in carcere è ingiusta (si parla in merito di “ingiustizia sostanziale”) quando un imputato all’esito del procedimento penale viene prosciolto con sentenza di assoluzione diventata irrevocabile, ossia riconosciuto innocente: per non aver commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato, perché il fatto non è previsto dalla legge come reato.

risarcimento per ingiusta detenzione e ingiusta imputazione
risarcimento per errori medici

Risarcimento per responsabilità sanitaria

A seguito di errore medico si possono ottenere risarcimenti per danni medici subiti dai pazienti. L’ente ospedaliero è responsabile degli errori medici commessi dai propri dipendenti per negligenza, imprudenza e imperizia oppure per tardiva diagnosi.

Ottenere un equo risarcimento è possibile anche nei casi d’infezione ospedaliera; microrganismi infettanti presenti nell’ambiente si trasmettono ai pazienti attraverso le apparecchiature, i dispositivi medici o il personale sanitario.

In definitiva è possibile far valere i propri diritti quando si subisce una diagnosi sbagliata o giunta in ritardo, oppure per un intervento chirurgico condotto in modo errato e per malattie infettive contratte in ospedale o in ambienti sanitari.

Risarcimento per vittime dei reati intenzionali violenti

Lo Stato è tenuto a risarcire una vittima  (o i suoi parenti) quando l’autore del reato è ignoto o insolvente. Questo avviene quando un delitto grave contro la persona è commesso con dolo come a esempio:

  • omicidio
  • lesioni gravissime
  • violenza sessuale
  • lesioni permanenti al viso

In questi casi si può ottenere un risarcimento dallo Stato con indennizzi previsti dai 15.000,00€ ai 60.000,00€ a seconda del reato.

Risarcimento per crimini violenti

Risarcimento danni da Covid

Se sei parente di una vittima del Covid nell’esercizio della professione di medico riteniamo che ti spetti un risarcimento, oltre all’auspicabile indennizzo dovuto al riconoscimento quale vittima del dovere.

Lo stesso vale per il personale sanitario e le forze dell’ordine.

In passato ci siamo occupati anche di questo.

Nel corso degli anni lo studio Legale Frisani si è occupato di cause a vario titolo contro lo Stato per:

  • Rimborso valutazione pensioni
  • Responsabilità del magistrato
  • Risarcimento danni per protesi DePuy
  • Recupero ferie e riposi non goduti per i medici dirigenti
  • Risarcimento e stabilizzazione per i lavoratori della P.A.
  • Risarcimento danni per violazione del diritto dell’Unione Europea
 Molte di queste azioni sono andate verso un naturale esaurimento, tuttavia è ancora possibile far valere i propri diritti in tali circostanze.

Fai valere i tuoi diritti, richiedi la nostra consulenza immediata.

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    Medici dirigenti: recupero ferie e riposi non goduti

    Nel febbraio 2014 l’Italia è stata deferita davanti la Corte di Giustizia Europea per la mancata applicazione della direttiva 2003/88 al personale medico dirigente del Servizio Sanitario Nazionale. La direttiva 2003/88 contiene infatti norme in materia di organizzazione dell’orario di lavoro, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.

    Nel caso dei riposi non goduti per il personale medico del SSN sarà possibile agire per richiedere il danno da usura psico-fisico dovuta alla mancata fruizione delle ore di riposo riconosciute dalla Direttiva 2003/88.

    Risarcimento danni per violazione del diritto dell’Unione Europea

    Con la nota sentenza Francovich del 28 maggio 1991 per la prima volta la Corte di giustizia ha precisato che i singoli hanno il diritto di chiedere allo Stato membro il risarcimento dei danni subiti in conseguenza della mancata attuazione di una direttiva all’interno di uno Stato membro.

    Oramai sono moltissime le sentenze di condanna dello Stato italiano al risarcimento del danno per inadempimento al Diritto dell’Unione Europea, caso più eclatante riguarda gli specializzandi medici che grazie a questo tipo di azione hanno ottenuto ingenti risarcimenti per il mancato riconoscimento di un’adeguata retribuzione per gli anni di specializzazione.

    Risarcimento e stabilizzazione per i lavoratori della P.A.

    I precari della pubblica amministrazione o di aziende partecipate dallo stato o altro ente pubblico che hanno prestato servizio presso il medesimo datore di lavoro per più di 36 mesi, anche non consecutivi, con contratti di lavoro a tempo determinato, con lo stesso profilo o per lo svolgimento di mansioni equivalenti possono agire contro il proprio datore di lavoro per richiedere la stabilizzazione del rapporto di impiego, il risarcimento del danno per gli anni di precariato oltre agli scatti di anzianità.

    Infatti la sentenza mascolo della corte di giustizia europea nel 2014 ha imposto all’Italia di adottare misure energiche al fine di tutelare i lavoratori e le lavoratrici della p.a. che non abbiano un contratto a tempo indeterminato.

    Risarcimento danni per protesi DePuy

    Chi ha subito un danno per aver ricevuto l’impianto di una protesi d’anca DePuy ha diritto a essere risarcito. Il “difetto”è da rintracciare nel materiale di produzione di tali protesi. Le protesi d’anca infatti, possono essere costituite da diversi materiali: dal metallo, alla ceramica, al metallo con rivestimento di polietilene.

    La DePuy stessa ha suggerito ai medici curanti di sottoporre i pazienti a cui sono state impiantate le protesi ad analisi del sangue per la misurazione di ioni di cobalto e di cromo. Nel mondo i soggetti a cui sono state impiantate le protesi DePuy ASR sono 93 mila, 4.500 in Italia, in oltre 200 strutture ospedaliere. La regione Toscana, con i suoi 808 pazienti, è tra quelle col più alto numero di cittadini impiantati.

    Responsabilità del magistrato

    È possibile chiedere ed ottenere il risarcimento del danno nei confronti di un magistrato per errore inescusabile dettato da colpa grave nell’esercizio della propria attività.

    Vasta eco ha sollevato, ad esempio il caso di una società fiorentina – patrocinata dall’Avv. Pietro Frisani – proprietaria di noti ristoranti in città che era stata dichiarata fallita per un credito di circa due milioni di vecchie Lire, con una notifica della convocazione innanzi al tribunale nulla e pertanto si era ritrovata fallita senza sapere alcunché di tali circostanze.

    Il tribunale di Firenze ha dapprima annullato la sentenza di fallimento confermando l’errore dei giudici della sezione fallimentare e successivamente il Tribunale di Genova ha dichiarato sussistente la grave negligenza per errore inescusabile dei medesimi giudici, aprendo il campo al risarcimento di diversi milioni di euro.